Venne pubblicata a puntate sulla fanzine "Stile Appiani" nel 2004, ora io la pubblico, sperando di fare cosa gradita, a puntate OGNI DOMENICA su questa pagina FB e sul sito/blog, www.magicfans.it
PRESENTAZIONE
Quando parliamo di "Ultras" in Italia, parliamo di qualcosa che, piaccia o meno è finito. Oggi, possiamo definire i ragazzi che frequentano le curve come "tifosi di curva", o "curvaioli"; comprendendo in questo insieme tifosi e casinisti, vecchio stile e "casuals". Chiunque a vario titolo frequenti la curva. Ma parlare di ultras ormai è anacronistico; e questo da molto prima di Raciti, da quando le curve ed i gruppi hanno cominciato ad autodistruggersi per lotte di potere interne, per politica, per interessi privati.
MOVIMENTO ULTRAS IN ITALIA – META’ ANNI ’80
COREOGRAFIE E SCISSIONI
A partire dalla metà degli anni ’80 una nuova tendenza si diffonderà sempre di più all’interno della società italiana, trasferendosi da li alle curve: l’immagine! Siamo nell’epoca dei paninari e della disco-music, in cui al contrario del decennio precedente l’”apparire” comincia a prendere il sopravvento sull’”essere”.
Di conseguenza anche nelle curve cominciano a perdersi di vista molti valori che avevano fatto grande il decennio precedente: i vecchi fumogeni non bastano più , è il periodo delle coreografie su vasta scala. Si parte con i bandieroni copri-curva per poi passare ai cartoncini, le bandierine¸spettacoli sempre più elaborati che portano alla ribalta i ragazzi ultrà per le capacità organizzative ed inventiva. Sul campo coreografico tifoserie come romanisti, sampdoriani e napoletani verranno copiate ed imitate un po’ in tutta Europa.
Dall’altra parte ci sono “gli integralisti” (veronesi, bergamaschi, ecc), privi di capacità coreografiche particolari ma portati a cantare ed a scontrarsi secondo tradizione. Inoltre in quegli anni sia Verona che Atalanta conosceranno la scena europea permettendo alle rispettive tifoserie di farsi conoscere e rispettare sui campi più caldi del Vecchio Continente: durante una trasferta a Belgrado con la Stella Rossa, gli ultras del Partizan aiuteranno le Brigate Gialloblù ad uscire dallo stadio nonostante il lungo assedio dei “Delije” della Stella Rossa.
Questo fatto darà inizio ad un’amicizia fra le tifoserie dell’Hellas e del Partizan, tanto che in più di un’occasione sugli spalti del Bentegodi si potrà vedere lo striscione “Brigate sez. Belgrado”. Anche a Salonnico le Brigate Gialloblù se la vedranno brutta; mentre nel 1988 l’Atalanta arriva addirittura alla semifinale di Coppa delle Coppe, mentre Brigate Nerazzurre e Wild Kaos imperversano nei campi di mezza Europa, dal Galles alla Grecia al Portogallo fino alla semifinale di Mechelen in Belgio, dove 6.000 supporters nerazzurri faranno il bello ed il cattivo tempo, scontrandosi anche con la polizia locale che sarà costretta a respingerli a colpi d’idrante.
Tre anni più tardi i bergamaschi si confermeranno come una delle migliori tifoserie d’Europa, presentandosi a Zagabria in 400 a pochi giorni dallo scoppio della guerra civile nell’ex-Jugoslavia, tutti muniti di baschetti da minatore nerazzurri! Chiaramente in Italia queste due tifoserie avevano ben pochi rivali, se si escludono i gruppi delle grandi città o i vicini di casa bresciani, all’epoca relegati però in categorie inferiori. Entrambe erano forse le uniche tifoserie del Nord Italia a seguire la propria squadra anche nei più pericolosi campi del Meridione, mentre le stesse Brigate del Verona più di una volta hanno fatto numeri impensabili per qualsiasi gruppo dell’epoca presentandosi in stadi come Roma e Milano senza scorta a cercare lo scontro.
Verso la fine del decennio cominciano anche le prime scissioni all’interno del movimento: dapprima nelle curve delle grandi città, poi piano piano anche nei piccoli centri, gruppi sempre più vasti cominciano a non riconoscersi più nella guida dei cosiddetti “gruppi storici”, accusando i capi di aver tradito la mentalità ultras originaria per vendersi al business ed ai compromessi.
Nelle curve prendono piede una serie di scissioni e di gruppuscoli che vanno controcorrente rispetto al resto della curva, spesso anche in senso ideológico (anche se la politica all’epoca è ancora molto lontana dall’entrare “di forza” negli stadi). Una delle prime piazze a conoscere queste scissioni sarà la Roma giallorossa: nel 1987 viene acquistato Manfredonia, giocatore ex-bandiera della Lazio odiatissimo dal pubblico romanista.
Il Commando Ultrà si spacca fra favorevoli e contrari all’arrivo del giocatore: quelli fedeli alla linea dura manterranno la denominazione originale, gli altri prenderanno il nome di “Vecchio CUCS”; una spaccatura che finirà per rovinare per sempre quella che all’epoca era considerata unanimemente la “curva più bella d’Europa”, a sua volta l’ala più radicale del CUCS darà vita qualche anno più tardi a “Opposta Fazione”, formazione fortemente elitaria.
I cugini laziali da questo punto di vista non stanno meglio: da una costola degli “Eagles Supporters” quello stesso anno nascono gli “Irriducibili” (oggi alla guida della curva laziale); che seguono uno stile ed un modo di tifare più “all’inglese”, senza tamburi, con striscioni di dimensioni più ridotte (rispetto a quelli lunghissimi in voga all’epoca), bandiere a doppia asta, cori secchi e potenti. Proprio loro anticiperanno quello che sarà lo stile del futuro, ma per il momento rappresentano solo una “spina nel fianco” che creerà una spaccatura mica da ridere in Curva Nord.
A Milano, sponda nerazzurra, vedono la luce gli “Skins”, gruppo che in soli tre anni sarà protagonista di autentici macelli; mentre dalla parte rossonera viene fuori il “Gruppo Emergente” che in seguito cambierà nome in “Gruppo Brasato”, altri “gioiellini” niente male. A Bergamo sono già attivi da tempo i “Wild Kaos”, mentre a Firenze è l’epoca degli “Alcool Campi”, altro gruppo che avrà vita breve ma che riuscirà a lasciare un bel segno nella Fiesole.
Bisogna tener presente anche un altro particolare: in quel periodo nelle curve è molto diffusa l’eroina (di stato?), che farà vittime anche fra i capi storici, elementi che in qualche maniera avevano tenuto in piedi la baracca fino ad allora. Queste “defezioni” unitamente alle spaccature in atto, porteranno ad una lenta disgregazione delle curve, di cui all’epoca ancora non si vedono gli effetti.
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