Venne pubblicata a puntate sulla fanzine "Stile Appiani" nel 2004, ora io la pubblico, sperando di fare cosa gradita, a puntate OGNI DOMENICA su questa pagina FB e sul sito/blog, www.magicfans.it
PRESENTAZIONE
Quando parliamo di "Ultras" in Italia, parliamo di qualcosa che, piaccia o meno è finito. Oggi, possiamo definire i ragazzi che frequentano le curve come "tifosi di curva", o "curvaioli"; comprendendo in questo insieme tifosi e casinisti, vecchio stile e "casuals". Chiunque a vario titolo frequenti la curva. Ma parlare di ultras ormai è anacronistico; e questo da molto prima di Raciti, da quando le curve ed i gruppi hanno cominciato ad autodistruggersi per lotte di potere interne, per politica, per interessi privati.
MOVIMENTO ULTRAS ITALIANO –SCONTRI E GEMELLAGGI
Col tempo l’ideologia politica comincerà piano piano a sparire dalle curve, anche se nei vari striscioni teschi, spade e stelle a cinque punte rimarranno ancora per molti anni, svuotati dal loro significato “politico” e visti più come il logo del gruppo.
Nella seconda metà degli anni settanta si contano già diversi gruppi ultras nelle maggiori città del Centro-Nord; ed all’interno di molte tifoserie i vari gruppi arrivano ad unirsi dietro un'unica insegna, unire le forze per il bene della tifoseria stessa: con questo sistema i tifosi del Toro danno alla luce gli “Ultras Granata”, che negli anni ’70 sono una tifoseria molto temuta, invidiata ed imitata da tutti.
Qualche anno più tardi anche i romanisti provano a seguire l’esempio: “In quegli anni l’Olimpico era un brulicare di gruppetti e compagnie di quartiere, tutti molto validi, ma poco organizzati e poco numerosi. Nel 1977 tutti questi gruppetti decisero di unire le forze, per dar vita al più grande, il più fedele, il più combattivo gruppo ultrà (dalle parole di un ultras romanista dell’epoca)”. Nacque così il Commando Ultrà Curva Sud, che negli anni a seguire rappresenterà un vero e proprio punto di riferimento per l’interno movimento ultras italiano, prontissimo a copiarne i cori e le gesta. Di lì a poco anche i cugini laziali ne copiarono l’idea (“ ("Eagles Supporters”, 1979).
Sul finire degli anni ’70 il movimento ultras prende sempre più piede, e gli scontri fra tifoserie aumentano: non esistono ancora negli stadi i famigerati “settori ospiti”, figuriamoci le scorte per le trasferte. Uno degli “sport” preferiti dell’epoca è quello di invadere la curva degli avversari, occupandone il territorio e strappandone gli striscioni; riadattamento di una tradizione molto in voga in Gran Bretagna in quel periodo fra i gruppi di hooligan, il “Take the end”, che consisteva nel mischiarsi ai tifosi avversari per poi colpirli a tradimento e conquistarne la curva
Sempre in quel periodo, tuttavia, cominciano a nascere le prime alleanze fra opposte tifoserie, quelle che di li a qualche anno prenderanno il nome di “gemellaggi”: altro non sono che l’unione di due o più tifoserie verso una squadra nemica in comune.
Ad esempio, l’odio comune per la Juve porterà viola e granata a stringere uno storico rapporto d’amicizia. Dal canto loro i bianconeri si uniranno ai bergamaschi, che nel 1976 si erano duramente scontrati con i granata. È curioso notare come molti dei rapporti di amicizia nati in quegli anni, nel tempo si deterioreranno, trasformandosi in feroci rivalità. Esempi più clamorosi Juve-Roma-Atalanta, Toro-Lazio, Verona-Roma, Milan-Genoa.
PROSSIMA DOMENICA:MOVIMENTO ULTRAS ITALIANO –- FINE ANNI “70