STORIA DEL MOVIMENTO ULTRAS IN ITALIA
… Per non dimenticare…
OGNI DOMENICA su questa pagina FB e sul sito/blog

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Venne pubblicata a puntate sulla fanzine "Stile Appiani" nel 2004, ora io la pubblico, sperando di fare cosa gradita, a puntate OGNI DOMENICA su questa pagina FB e sul sito/blog, www.magicfans.it

PRESENTAZIONE
Quando parliamo di "Ultras" in Italia, parliamo di qualcosa che, piaccia o meno è finito. Oggi, possiamo definire i ragazzi che frequentano le curve come "tifosi di curva", o "curvaioli"; comprendendo in questo insieme tifosi e casinisti, vecchio stile e "casuals". Chiunque a vario titolo frequenti la curva. Ma parlare di ultras ormai è anacronistico; e questo da molto prima di Raciti, da quando le curve ed i gruppi hanno cominciato ad autodistruggersi per lotte di potere interne, per politica, per interessi privati.

MOVIMENTO ULTRAS IN ITALIA –PRIMI ANNI 2000
DASPO E MORTE DELL’ ISPETTORE RACITI, LEGGI SPECIALI

 

 

 

Negli Anni 2000 i gruppi di ultras hanno continuato a rappresentare ancora una delle componenti più importanti del mondo del calcio, avendo a loro disposizione sedi e diffondendo le loro comunicazioni attraverso siti web, libri, riviste autoprodotte (fanzine) e con i social network.


In risposta alla radicale trasfigurazione commerciale del mondo del calcio iniziata nei primi anni '90 e che ha portato allo stravolgimento degli abituali orari delle partite in base alle esigenze delle pay-tv ed al forte aumento del costo dei biglietti dello stadio, gran parte del movimento ultras italiano ha dato vita a una serie di iniziative di protesta.


In Italia il comportamento a volte violento di alcuni ultras è stato posto costantemente sotto accusa da parte delle forze dell'ordine e dei media, portando ad un inasprimento ulteriore delle norme anti-violenza, come i provvedimenti del D.A.S.P.O.


La polemica è sfociata nella realizzazione di alcuni striscioni comuni con scritto: "Leggi speciali: oggi per gli ultras, domani per tutta la città". Il mondo ultrà vuole rinverdire i fasti degli anni ’80 e dimostrare di essere vivo, in costante crescita. Sono stati fatti tentativi apprezzabili anche per isolare i violenti, e sono aumentate le iniziative di solidarietà promosse dai vari gruppi.


Dopo la morte dell'ispettore Filippo Raciti, durante gli scontri tra catanesi e polizia avvenuti in Catania-Palermo del 2 febbraio 2007, vi è stato un ulteriore inasprimento delle misure di controllo e repressione del tifo organizzato.


La nuova legge "anti-ultras" ha stravolto ancora una volta il mondo delle curve italiane. È stata vietata, in realtà con una semplice direttiva dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, l'introduzione di striscioni, di qualsiasi tipo e dimensione, senza autorizzazione; sono state inasprite le pene per tutti i reati da stadio, comprese quelle per l'utilizzo di fumogeni e petardi (con possibilità di arresto per gli utilizzatori).
Da allora, inoltre, il Daspo può essere anche preventivo (cioè un soggetto che ha tenuto un comportamento pericoloso per la sicurezza pubblica, ancorché non costituente reato, può comunque essere sottoposto a Daspo) e molte altre norme repressive.


Sotto l’aspetto del tifo, si assiste a un progressivo miglioramento dell’impatto visivo, grazie anche, oltre ai soliti bandieroni e fumogeni, all’adozione di stendardi, secondo il modello britannico, e soprattutto di bandiere a due aste, che hanno dato un tocco di originalità e di ironia alle curve. Semplici e veloci da realizzare, spesso sono frutto di iniziative di singoli, e ormai compaiono a migliaia sulle gradinate.


Roma e Inter sono le tifoserie che maggiormente hanno seguito questa impostazione, ma la linea è seguita un po’ da tutti. Le bandiere a due aste sono il simbolo della rinascita degli ultras, che dopo il periodo di appannamento degli anni ’90, hanno ritrovato, pur tra mille problemi e incertezze, lo smalto di un tempo e sono pronti a rilanciarsi all’interno di quel mondo – il calcio – che appartiene loro per natura, un mondo che li denigra, li isola, ma dei quali non può fare a meno.

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