ONORA LA MAGLIA
ONORARE LA MAGLIA significa mettere il cuore in campo, impegnarsi al massimo durante l’allenamento, affrontare la fatica con determinazione e dimostrare un attaccamento indissolubile alla squadra.
Italia
ONORARE LA MAGLIA significa mettere il cuore in campo, impegnarsi al massimo durante l’allenamento, affrontare la fatica con determinazione e dimostrare un attaccamento indissolubile alla squadra.
Maifredi dopo aver conquistato la salvezza e la qualificazione alla Coppa UEFA con il Bologna, per la stagione 1990/91 approda alla Juve (sostituendo Dino Zoff, che aveva vinto Coppa Italia e Coppa Uefa), in un clima di euforia post Mondiali “90, con la coppia dei campioni delle notti magiche TOTO BAGGIO GOAL.
AL 90º ULTRAS SCATENATI, GIGANTESCA RISSA A CENTROCAMPO AL TERMINE DELLA “CORRIDA”
CESENA –JUVENTUS DEL 23.01.1983 ARTICOLO DI GIORNALE
DALL’ ARCHIVIO FOTOGRAFICO DEL FORNARO, PUBBLICHIAMO DELLE FOTO INEDITE, CHE RITRAGGONO I PRIMI TEMPI DEL GRUPPO AREA BIANCONERA, E LE DEDICHIAMO A GAETANO FIORESE E MASSIMILIANO MELASECCA, CHE NON CI SONO PIU’, MA CHE DALLA CURVA PARADISO URLANO SEMPRE “FORZA MAGICA JUVE, VINCI PER NOI”!! GAY E MASSI SONO QUA’ E CANTANO CON GLI ULTRA’!!
By Marco di Chioggia
Il comunicato dei viola di boicottare la trasferta al MONEY STADIUM di TORINO per la partita di domenica 10/02/2023 JUVENTUS-FIORENTINA, ha avuto in tutti noi GOBBI VINTAGE, un effetto devastante!
Lo storico ODIO VIOLA, uno dei pilastri degli anni 80/90, che trasformava la partita con il ZEFFIRELLI TEAM, in una battaglia campale, attesa come il Natale per i bimbi, comincia a sbricciolarsi, e perdere quell’ andrenalina che accompagnava l’attesa.
La mia passione per il mondo Ultra’, nasce quando avevo 14 anni, nel 1997/98, andavo al Centro Commerciale Continente di Portogruaro (Veneto), dove Max Belotto… Leggi tutto »COME SONO DIVENTATO UN ULTRA’ GOBBO! BY MARCO
Non si dice più ritiro, bensì pre-season, ma pensa te. Magliette, amichevoli, visioni sudaticce di campioni e/o onesti mestieranti: tutto ha un prezzo, la fede calcistica – si sa – è griffata. Il campo di allenamento è diventato il “Village”: baracchine ufficiali dei club, sessioni di autografi di cinque minuti e vietato sgarrare, serate a tema, concerti in piazza, ragazze ponpon, ricchi premi e cotillons.
Faccio parte di quella generazione che ha vissuto da bambino il calcio degli anni ‘80 e da adolescente quello degli anni ‘90. Qual è il motivo che spinge i miei coetanei a rimpiangere il calcio di quegli anni? Credo di averlo spiegato, o almeno ci ho provato, nell’introduzione del mio primo libro “L’altro calcio anni ottanta e novanta” (edizioni Ultra).
La fase due della “lotta” di Ultras Italia, quella più ‘moderna’, comincia però con uno dei cicli più recenti della nazionale: è infatti dal 2010 che si distinguono per i cori razzisti nei confronti dei calciatori italiani di colore.
Proprio in quei mesi, il Viminale stimava in circa 500-700 componenti il numero degli aderenti al cartello. In Germania, per i mondiali che alla fine videro affermarsi proprio la Nazionale italiana, Ultras Italia portò centinaia di ragazzi dalle intenzioni bellicose — a giudicare dalle frasi registate prima della loro partenza, “Siamo pronti a scontrarci con tutti.”