Essere Ultras della Juve e non essere di Torino negli anni ’80 e ‘90, significava vivere ai margini della follia tra razionalità e istinto autolesionista; in altre parole significava difendere la propria passione per la Juve,con il piglio di chi non ha scelto una vita facile.
Sostenere la passione bianconera, in quegli anni, significava viaggiare senza scorta e sempre in trasferta, anche quando la Juve giocava in casa, e partendo in treno da Napoli per Torino, dovevamo attraversare Roma, Firenze, Genova territori decisamente ostili:, sperando di non incrociare alle Stazioni i fans indigeni, in partenza con i treni speciali!
Non esistevano gli smart phone ed è stata critica quella sera prima di un Juve – Napoli, partire dalla base Nato di Bagnoli, dove gli Ultras Napoletani ci aspettavano ansiosi per bastonarci e salvati da un paio di volanti della Polizia che ci consentirono di partire tra sputi e calci al pullman.
O dopo un Napoli -Juve, di fine anni ’80, il rientro a casa si trasformò in uma Via Crucis, e noi ragazzi di Napoli, fummo spintonati daí celerini in un vagone ferroviario insieme ad altri gobbi diretti al Nord, sperando di scendere ad Aversa, ma così non fu, e scendemmo a Roma, per riprendere il primo treno verso Napoli,
A Napoli, è nota una frase carica di disprezzo contro noi gobbi partenopei:
“Napoletano juventino ti schifano anche a Torino”
frase non completamente vera, ma è innegabile che per “i gobbi di fuori” è sempre stata dura legittimare la propria passione per um club diverso da quello della città d’origine.
Tanti i bocconi amari da ingoiare per chi è un gobbo, non di Torino, e in senso dispregiativo gli ultras avversari si divertivano a cantare:
“Juve in trasferta Calabria deserta”
coro che feriva molto i gobbi di Torino, sofferenti di un complesso di inferiorità per essere la tifoseria, geograficamente, più eterogenea d’Europa.
Dopo tanti anni, posso affermare che quella rabbia che suscitavano gli sfotto avversari, a noi Gobbi di “fuori” ha sempre fatto male, ci ha sempre fatti sentire tifosi, ultras, sostenitori di seconda serie , una sorta di esercito di plebei combattenti al fianco dei nobili a cavallo che, in molti casi non lo erano ma che si sentivano tali.
In GBN, non ho mai sentito questa inferiorità, perché noi del Sud eravamo una seconda linea valorizzata dal gruppo che apprezzava i nostri sacrifici, i tanti km. percorsi con la sciarpa al collo; lo spirito di appartenenza al gruppo, ed i legami profondi con i gobbi di altre città, hanno reso quella militanza una straordinaria esperienza di vita.
Ma le differenze, nel corso del tempo, tra l’ essere di Torino e di fuori, si sono fatte sentire e queste differenze hanno generato un fenomeno più unico che raro: la nascita di gruppi con origini lontane da Torino: AREA, NAB e VIKING, gruppi che sono entrati a pieno titolo nella storia del tifo bianconero e ironia del destino, hanno attirato ragazzi di Torino e del Piemonte, ribaltando il concetto stesso di appartenenza territoriale.
Per questo motivo dopo l’esperienza in GBN e dopo in AM, mi avvicinai all’ AREA dove incontrai Ettore, amico sincero, veneto purosangue, che accolse noi apolidi napoletani, ormai cani sciolti, con la sincera fratellanza di chi ti fa sentire parte di un GRANDE E UNICO GRUPPO DI RAGAZZI COME NOI: L’ AREA!!
Noi GOBBI DI FUORI Torino, ci siamo abituati a combattere, essere senza apparire, come ad Ascoli nel 91 dove eravamo tutti o quasi di fuori Torino, eppure gli Ascolani furono spiazzati dalla nostra violenta reazione per diffendere com orgoglio gli striscioni, portando in alto il nostro onore bianconero!
Alcuni di Torino ci hanno apprezzato ed accolto con calore, ma per tanti, siamo stati solo dei limoni da spremere, potenziali portatori di catenine e portafogli per rimpinguare i bottini domenicali di chi con la partita e con la Juve aveva poco a che spartire.
Il business dei biglietti, e’ un malcostume che affonda le radici nella partite di cartello al vecchio Comunale, in cui c’era sempre un’ anima caritatevole che porgeva il biglietto a prezzo maggiorato per contributi necessari al “funzionamento della curva”.
Le stesse difficoltà di noi gobbi napoletani le dovevano affrontare i ragazzi di tutta Italia, ragazzi che avrebbe potuto davvero costituire il valore aggiunto di una curva che, non ha saputo arricchirsi di quella passione proveniente da fuori porta
Oggi con la curva azzerata per volontà della JUVE, che ha cosi’ annullato le logiche economiche personali, e quindi azzerato il business di biglietti e materiale, forse è nata la consapevolezza nei ragazzi di Torino, che il coinvolgimento dei GOBBI DI FUORI, avrebbe evitato l’implosione del tifo organizzato della curva e aiutato a radicalizzare la MENTALITA’ ULTRAS, fondata sulla passione e sui valori di ONORE, RISPETTO !!
Il grande contributo apportato negli ultimi 30/40 anni daí noi GOBBI DI FUORI, che per una partita hanno macinato migliaia di km., preso e dato mazzate in tutta Italia ed Europa, sopportato sacrifici incredibili, e motivati solo dall’ immensa passione per la Juve, e l’ attaccamento al GRUPPO, rimarra’ indelebili nella nostra memória, da tramandare a figli e nipoti perche’ tutto cio’che abbiamo fatto,
NON MORIRA’ MAI, FINCHE’ SARA’ RICORDATO E TRAMANDATO!
Vero tutto vero
!
Ne sappiamo qualcosa..noi di gobbi e gobbe di fuori!